Percorso antologico Satyricon T1
Una disputa de causis corruptae eloquentiae (1-4)
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T2
Cena Trimalchionis: l’ingresso di Trimalchione (32-34)
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T3
Cena Trimalchionis: il lupo mannaro e altre storie (61-64)
T4
La novella della matrona di Efeso (110, 6-113, 2)
T5
La città rovesciata: Crotone (116)
T6
Contro l’epica storica (118)
T7
Un’ambigua dichiarazione di poetica (132, 15)
T8
Una suasoria antropofagica (141)
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T 1 Una disputa de causis corruptae eloquentiae Satyricon 1-4 ITALIANO
Il giovane Encolpio, proveniente da Marsiglia, è giunto da poco in una città greca dell’Italia meridionale, dove frequenta, assieme all’amico-rivale Ascilto, la scuola del retore Agamennone. Sotto il portico della scuola, sostiene con il maestro una lunga disputa sulle ragioni della decadenza dell’oratoria contemporanea. Secondo Encolpio, le scuole di retorica non educano gli studenti alla vita, obbligandoli ad affrontare argomenti fittizi in un linguaggio enfatico e ampolloso che ha il solo scopo di impressionare l’uditorio; la condanna dello stile ridondante di origine asiana viene estesa alla poesia e alla pittura. Ma Agamennone ribatte ad Encolpio sottolineando le difficoltà in cui devono operare gli insegnanti, sottoposti alla pressione dei genitori e costretti ad adeguarsi agli «interessi» degli studenti. La causa della decadenza sta dunque nella mancanza di un serio lavoro negli studi: le famiglie e gli scolari scelgono la scorciatoia di una preparazione approssimativa e sommaria, rinunciando alle letture severe e agli studi filosofici (che già secondo Cicerone costituivano un fondamento irrinunciabile nella preparazione del perfetto oratore). Fin da queste prime pagine, risulta difficile stabilire quale sia il punto di vista dell’autore, che non aderisce esplicitamente alle tesi sostenute da Encolpio, né a quelle del retore Agamennone, ma si limita ad accostare i loro interventi, abbandonandoli al flusso della narrazione. È certo che Petronio si sta divertendo alle spalle di Encolpio, il quale, nel corso del romanzo, finisce in fondo per vivere delle avventure molto simili a quelle che egli stesso bolla, nella sua animosa arringa, come estranee alla vita reale (cap. 1). Il tema affrontato costituisce uno degli argomenti più dibattuti dalla cultura latina del I secolo: si vedano in particolare le tesi sostenute da Velleio Patercolo, da Tacito (nel Dialogus de oratoribus) e da Quintiliano. 209 © Casa Editrice G. Principato